Lo scorso weekend ho deciso di impegnare la mia domenica elettorale come volontaria per Open House Milano. Questa iniziativa arrivata oramai alla quarta edizione,consente di visitare case private, edifici e apre portoni che rimangono chiusi per tutto l’anno, è a chiunque e gratis.
Open House 2019: La Casa – Studio di Giulio Ciampi
Mi è toccata davvero per puro caso (anche perché mi sono mossa all’ultimo) la Casa- Studio di Giulio Ciampi, che non conoscevo. In realtà questa destinazione meno conosciuta ha riscosso un discreto successo in termini di visite, in particolare tra le persone che si trovavano in zona (Porta Romana) e hanno deciso di fare un salto, mossi da semplice curiosità. Gente di tutti i tipi, impiegati, architetti, designer e pensionati/e attratti dalla novità che hanno deciso di entrare, senza conoscere l’artista. Rimarrà nei miei ricordi la signora che mi ha chiesto quale fosse il vantaggio economico che i privati ottengono da questa iniziativa, se venissero pagati o meno, insieme a tutti quelli che hanno reagito sbuffando al momento di scrivere nome, cognome e mail su un foglio per tenere traccia delle presenze. Si tratta di un progetto gratuito, che coinvolte persone che impegnano il proprio tempo e danno la propria disponibilità senza pretendere nulla in cambio, tranne che scriviate nome e cognome, mi sembra abbastanza equo come scambio.

Chiusa questa polemica, credo che quasi tutti sono andati via molto entusiasti dalla visita, innanzi tutto per la casa, che è pazzesca per come è arredata ma soprattutto per la grande quantità di opere e oggetti di design che contiene, disposti in maniera perfettamente equilibrata e con grande armonia nello spazio. Rappresenta una destinazione meno conosciuta ma molto interessante.
Un’iniziativa unica nel suo genere
Non succede, inoltre tutti i giorni di visitare la dimora privata di un artista e di ricevere spiegazioni direttamente da lui sulle sue opere. A maggio ragione se si tratta, come in questo caso, di un ottantatreenne di una cultura davvero smisurata con un modo di fare davvero alla mano e delizioso, capace di mettere tutti i visitatori immediatamente a proprio agio in quella che è casa sua da appena un anno (prima era in Porta Venezia).
Per farvi un’idea della sua personalità, se non avete avuto la possibilità di visitare la sua casa, in attesa dell’anno prossimo, vi consiglio di vedere alcuni minuti dei video nei quali spiega le sue opere.
Qualcosa in più su Giulio Ciampi
Giulio Ciampi è appunto una persona che vale la pena conoscere, toscano di nascita ma milanese d’adozione si è dedicato all’arte inizialmente nel tempo che un lavoro più “istituzionale” gli lasciava. La sua “folgorazione” artistica avviene nel 1972 quando assiste alla mostra di Henry Moore al Forte Belvedere di Firenze, che lo abbaglia con la sua bellezza.
La sua produzione si fa più intensa a partire dagli anni ’80, per poi diventare la sua principale attività intorno al 1992, una volta ritiratosi dal lavoro vero e proprio. Durante la giornata di domenica tutti sono rimasti affascinati dalla sua personalità alla mano e dalle sue dettagliate spiegazioni sulle diverse opere, che considera “i miei esperimenti” e si vede proprio che l’attività artistica e creativa lo diverte e lo appassiona davvero.

Le collezioni più importanti: natura, ceramica e metallo
Nello specifico Giulio Ciampi si occupa di realizzare quadri, anzi più in generale opere, astratto figurativi, riprendendo molto la natura e recuperando materiali che trova. Spesso ritorna il con riferimento ai paesaggi di mare livornesi, liguri e della Grecia (nel tempo libero è un appassionato velista e nuotatore). Ecco alcune delle opere che sono visibili nella sua casa – studio.
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I POMI D’ORO
Tra le principali collezioni, va ricordata la produzione relativa agli olivi. Nella prima parte della sua carriera artistica si è lasciato ispirare proprio dai materiali naturali, recuperando sassi, gusci, pezzi di legno fino all’ideazione della serie I pomi d’oro, tronchi d’olivo ridipinti e rivisitati. Sempre in casa sua è possibile vederne diversi esposti, con particolare riferimento alla radice in cui inserisce una sfera, simbolo di Apollo e della perfezione.

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PEO
Un’altra delle opere che trova spazio nella sua casa è la scultura PEO, molto complessa perché realizzata a incastro, che permette di giocare con la plasmabilità della ceramica che cuoce e colora di nero e di oro. L’opera è dedicata suo amato cane, appunto uno schnauzer nero (come la ceramica) ma con il cuore d’oro.

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BALLERINA
Ballerina, invece, è la luminosta figura femminile dal corpo danzante che è l’inizio di un ciclo di opere che vede protagonista il metallo.
- COFANI
La sua ultima produzione, invece riguarda l’utilizzo dei cofani d’auto ripresi e rivisitati, lasciati con le imperfezioni e la ruggine che presentano ma decorati e trasformati in veri e propri “quadri da corsa”.
Negli ultimi anni, dal 2013 – 2014 si dedica a un ciclo di opere in materiali forti come il ferro e l’acciaio, in forme geometriche essenziali astratte ma sempre con riferimento alla natura. Nel 2015, invece, inaugura la mostra Isole, con opere in terracotta nera, come sua ennesima prova artistica.
Perché ve lo consiglio? Per la bellezza della casa e la personalità dell’artista. Se volete saperne di più vi lascio anche il sito web. Non è molto social, ma ha anche un profilo Instagram dove sono presenti alcune opere e foto dell’edizione 2018 di Open House.
Conoscevate l’iniziativa Open House? Io ne ho sentito parlare ancora quando ero a Roma e mi ha rinfrescato la memoria il blog A Milano Puoi.
Purtroppo non ho avuto tempo di visitare altri edifici, anche perché molti erano su prenotazione e mi sono iscritta troppo tardi. Fatemi sapere se qualcuno di voi ha partecipato e che giudizio complessivo date all’iniziativa.
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